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Interview :

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CHRISTINA MARCONI

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Giornalista e scrittore italiano che vive nel Regno Unito, a Londra.

1. Può presentarsi brevemente?

"Sono una scrittrice e giornalista di 41 anni, ho un marito e una figlia di cinque anni, lavoro per i giornali italiani e ho scritto un romanzo su Londra andato piuttosto bene. Sono nata a Roma, ho studiato al liceo francese e mi sono laureata alla Normale di Pisa".

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2. Perché ha scelto di vivere nel Regno Unito?

"Per seguire mio marito giornalista, che dopo una carriera deludente a Milano ha trovato nuove opportunità qui. Non l'ho mai veramente scelto, il Regno Unito, ma è una cosa bella che mi è successa."

 

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3. Quali sono i vantaggi di vivere/lavorare nel Regno Unito piuttosto che in Italia?

"C'è un grande rispetto per l'iniziativa personale e l'intraprendenza, il contesto è più prevedibile (tasse, giustizia) e la burocrazia più snella. E' un mondo abituato allo scambio in cui è facile trovare un proprio spazio. Si scambia un sistema di valori rigido con uno più flessibile e duttile, la libertà personale è rispettata."

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4. Quali sono gli svantaggi? 

"Non ce ne sono, se non si ha nostalgia di casa. L'altro problema è la partecipazione politica: ho spesso avuto la sensazione di aver sottratto il mio contributo alla società in cui sono nata. Si diventa più individualisti, ma non è una brutta cosa." 

 

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5. Dopo la Brexit, vuole continuare a vivere nel Regno Unito?

"Per me non è un problema legato alla Brexit quanto al Covid e al fatto che sono 10 anni che siamo qui. Qualunque considerazione parte eventualmente da lì."

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6. In caso affermativo, ha adottato uno degli statuti proposti?

"Sì, il settled status per ora ma stiamo facendo domanda per la nazionalità."

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7. In che modo il Brexit ha avuto un impatto su di lei (al livello professionale e/o personale)?

"Da giornalista l'ho seguita dall'inizio e per me è stata una vicenda molto interessante, anche se un po' noiosa verso la fine. Da un punto di vista personale mi ha sottratto la città dove mi ero trasferita, ha fatto si' che cambiasse sotto i miei occhi: meno aperta, fiduciosa, sempre bella ma non più europea e quindi più straniera."

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